Personaggi storici

Matilde di Canossa e gli altri personaggi del nostro episodio

Matilde di Canossa (1046-1115)
Nata nel 1046, Matilde di Canossa (o Matilde di Toscana) fu una delle figure femminili più potenti del Medioevo europeo. Figlia di Bonifacio III di Canossa e Beatrice di Lorena, ereditò vastissimi territori che si estendevano dalla Lombardia fino alla Toscana, divenendo signora di un dominio che comprendeva gran parte dell’Italia centro-settentrionale. Sostenitrice della riforma gregoriana e fedele alleata del papato, Matilde giocò un ruolo fondamentale nella lotta per le investiture. Il suo nome è indissolubilmente legato all’episodio dell’umiliazione di Canossa (1077), quando ospitò nel suo castello l’imperatore Enrico IV, costretto a chiedere perdono a papa Gregorio VII attendendo per tre giorni nella neve. Donna di straordinaria cultura e capacità politica, Matilde parlava diverse lingue e possedeva una vasta biblioteca. Rimasta vedova dopo il breve matrimonio con Goffredo il Gobbo di Lorena, si risposò con Guelfo V di Baviera, ma anche questa unione durò poco. Alla sua morte nel 1115, donò i suoi possedimenti alla Chiesa, sebbene questa decisione fu contestata dall’Impero. Venne sepolta nella Basilica di San Benedetto Po, per poi essere traslata in Vaticano dove ancora oggi riposa.

Enrico IV (1050-1106)
Nato nel 1050, Enrico IV del Sacro Romano Impero, appartenente alla dinastia salica, divenne re di Germania a soli sei anni, alla morte del padre Enrico III. La sua minore età fu caratterizzata da reggenze che indebolirono l’autorità imperiale, situazione che tentò di ribaltare una volta divenuto adulto. Il suo regno fu segnato dal drammatico conflitto con papa Gregorio VII nella lotta per le investiture, che raggiunse l’apice quando il pontefice lo scomunicò nel 1076. Questo portò all’episodio dell’umiliazione di Canossa (gennaio 1077), dove Enrico si presentò come penitente presso il castello di Matilde di Canossa per ottenere la revoca della scomunica. Nonostante questa temporanea riconciliazione, il conflitto con il papato riprese, portando Enrico a nominare un antipapa, Clemente III, e a farsi incoronare imperatore da quest’ultimo nel 1084. Gli ultimi anni del suo regno furono funestati da rivolte, compresa quella del figlio Enrico V. Morì a Liegi nel 1106, e il suo corpo rimase per anni senza sepoltura adeguata a causa della scomunica.

Enrico V (1086-1125)
Figlio di Enrico IV, nacque nel 1086 e divenne re di Germania nel 1099. Si ribellò contro il padre nel 1104, deponendolo con l’appoggio dei principi e del papato. Divenne imperatore del Sacro Romano Impero nel 1111 dopo aver condotto una spedizione militare in Italia. Inizialmente in conflitto con papa Pasquale II sulla questione delle investiture, giunse addirittura ad imprigionare il pontefice per estorcergli concessioni. Nel 1111 incontrò Matilde di Canossa nel castello di Bianello, conferendole il titolo di “vicaria imperiale” per l’Italia. La lunga controversia delle investiture si concluse durante il suo regno con il Concordato di Worms (1122), che rappresentò un compromesso tra le pretese imperiali e quelle papali: all’imperatore fu riconosciuto il diritto di investitura temporale (consegna dello scettro), mentre al papa quella spirituale (consegna dell’anello e del pastorale). Sposò Matilde d’Inghilterra, figlia di Enrico I, ma morì senza eredi diretti nel 1125, ponendo fine alla dinastia salica.

Gregorio VII (ca. 1020-1085)
Nato Ildebrando di Soana in Toscana intorno al 1020, Gregorio VII fu uno dei pontefici più influenti e determinanti del Medioevo. Prima di diventare papa nel 1073, fu monaco benedettino e consigliere di numerosi papi precedenti, acquisendo grande esperienza negli affari ecclesiastici. Il suo pontificato segnò l’apice della riforma gregoriana, un movimento che mirava a liberare la Chiesa dalle ingerenze laiche e a ripristinare la disciplina ecclesiastica. È principalmente noto per il suo drammatico scontro con l’imperatore Enrico IV nella lotta per le investiture, conflitto che raggiunse il culmine con la scomunica dell’imperatore nel 1076. Questo portò al celebre episodio dell’umiliazione di Canossa nel gennaio 1077, quando Enrico IV si presentò come penitente al castello di Matilde di Canossa, attendendo per tre giorni nella neve prima di essere ricevuto dal papa e ottenere la revoca della scomunica. Autore del “Dictatus Papae”, documento che affermava la supremazia del potere papale su quello imperiale, Gregorio VII sostenne fermamente che il papa potesse deporre l’imperatore, ma non viceversa. Nonostante il temporaneo successo a Canossa, il conflitto con Enrico IV riprese, e nel 1084 il papa fu costretto a fuggire da Roma quando l’imperatore vi entrò con il suo esercito. Trovò rifugio presso i Normanni nel sud Italia e morì in esilio a Salerno nel 1085, pronunciando le famose ultime parole: “Ho amato la giustizia e odiato l’iniquità, perciò muoio in esilio”. Fu canonizzato nel 1606.

Donizone (ca. 1070-1136)
Donizone (o Donizzone) fu un monaco benedettino vissuto tra la fine dell’XI e l’inizio del XII secolo. La sua importanza storica è legata principalmente al fatto di essere stato il biografo ufficiale di Matilde di Canossa. Visse nel monastero di Sant’Apollonio a Canossa, sotto la protezione della contessa. La sua opera principale, “Vita Mathildis” (Vita di Matilde), scritta in versi latini e completata intorno al 1115, rappresenta una fonte storica di primaria importanza per conoscere la vita della contessa e gli eventi del suo tempo, in particolare quelli legati alla lotta per le investiture. Nel poema, diviso in due libri, Donizone racconta anche la storia della famiglia dei Canossa, esaltando le gesta degli antenati di Matilde e celebrando il suo ruolo di mediatrice tra papato e impero. L’opera, caratterizzata da un forte intento celebrativo, contiene preziose informazioni sugli eventi politici dell’epoca, incluso il famoso episodio dell’umiliazione di Canossa. Donizone morì probabilmente intorno al 1136 nell’abbazia di Polirone (San Benedetto Po), dove si era trasferito dopo la morte di Matilde.